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La strada verso la Neutralità di Carbonio: la verifica di parte terza come strumento contro il Greenwashing

La crescente consapevolezza della crisi climatica ha portato aziende e governi a impegnarsi per ridurre le emissioni di gas serra.
Tra le possibili iniziative, la neutralità di carbonio rappresenta un traguardo importante. Tuttavia, per evitare il rischio di greenwashing, è necessario che qualsiasi tipo di comunicazione rivolta verso l’esterno (clienti/consumatori, istituzioni, o ad altre parti interessate), sia supportata da una verifica indipendente che ne attesti la correttezza.
Per neutralità di carbonio, si intende il raggiungimento di un bilancio netto di emissioni di anidride carbonica (CO2) pari a zero. In sostanza, le emissioni di CO2 prodotte da un’azienda, un evento, un prodotto, o altro sono compensate da un'uguale quantità di riduzioni o rimozioni. Questo obiettivo deve essere raggiunto attraverso una combinazione di riduzione delle emissioni e iniziative di compensazione.
In particolare, la norma ISO 14068-1 definisce i requisiti che è necessario rispettare per dichiarare il raggiungimento delle neutralità di carbonio. In sintesi, i passaggi da compiere sono;
1. Rendicontazione delle emissioni: consiste nel calcolare le emissioni di gas prodotte. Le norme di riferimento sono la ISO 14067 per prodotti e gli eventi e la ISO 14064-1 per le aziende (organizzazioni).
2. Riduzione delle Emissioni: si tratta di un passaggio fondamentale, che si può attuare, per esempio, con l'adozione di tecnologie più efficienti, l'utilizzo di energie rinnovabili, l'ottimizzazione dei processi produttivi e la promozione di comportamenti sostenibili tra iltra il personale. Non è possibile dichiarare la neutralità di carbonio senza definire un piano di riduzione che identifichi le azioni da adottare nonché le responsabilità, i tempi e le risorse per la sua attuazione.
3. Compensazione delle Emissioni: Le emissioni che non possono essere eliminate devono essere compensate attraverso progetti come la riforestazione, la conservazione delle foreste, i progetti di energia rinnovabile e le iniziative di efficienza energetica nei paesi in via di sviluppo. La ISO 14068-1 definisce in maniera chiara i requisiti dei progetti di compensazione.

Contro il greenwashing
Il greenwashing è la pratica di presentare un'immagine ingannevolmente positiva riguardo all'impatto ambientale di un'azienda o di un prodotto, senza che vi siano reali azioni a supporto di tale immagine. E’È sufficiente guadare qualche spot pubblicitario in televisione o fare una passeggiata tra gli scaffali di un supermercato per capire di cosa si tratta: affermazioni come “carbon neutral” o “a emissioni zero”, senza ulteriori spiegazioni, sono all’ordine del giorno.
La Direttiva UE 2024/825/UE, pubblicata a marzo 2024 e che entrerà in vigore entro marzo 2026, nasce con lo scopo di combattere il greenwashing. Dalla data di applicazione della Direttiva, dichiarare, sulla base della compensazione delle emissioni di gas a effetto serra, che un prodotto ha un impatto neutro, ridotto o positivo sull’ambiente in termini di emissioni di gas a effetto serra, sarà considerato pratica commerciale scorretta e come tale sanzionabile. In perfetto allineamento con la ISO 14068-1, secondo il legislatore europeo, non è sufficiente mettere mano al portafoglio e comprare, dei crediti di carbonio; è necessario definire e attuare un piano credibile di riduzione delle emissioni.
Come si fa ad essere certi di aver imboccato la strada giusta verso la neutralità climatica?
Il mezzo migliore è sicuramente ingaggiare un verificatore che effettui un’attenta analisi sia del piano di riduzione, sia del progetto di compensazione scelto, ed esprima un parere qualificato in merito alla rispondenza a tutti i criteri applicabili, a partire dalla ISO 14068-1. ICMQ ha sviluppato un servizio di verifica della corretta applicazione della ISO 14068-1 ad ha avviato il percorso per ottenere l’accreditamento da parte di Accredia. La presenza dell’accreditamento è un ulteriore passo fondamentale per dimostrare la credibilità di quanto dichiarato dal verificatore e per non incorrere, ancora una volta nel greenwashing.

Leggi l'articolo impaginato su ICMQ Notizie n. 115

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