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Dove storia e tecnologia si incontrano: l’approfondimento della BIM Community dedicato al BIM Heritage

Nel mese di giugno, la community di esperti BIM si è ritrovata per un nuovo momento di approfondimento e dibattito, stavolta dedicato a un ambito applicativo del BIM forse marginale rispetto a quelli più strettamente ingegneristici, ma nondimeno suggestiva e comunque stimolante anche sul piano tecnico, oltreché su quello suo peculiare, di tipo artistico e architettonico.
Grazie a ben 4 casi applicativi, individuati attraverso la speciale collaborazione con le associazioni ISI Ingegneria Sismica Italiana e Assorestauro, è stato analizzato e commentato il ruolo cruciale che le nuove tecnologie, dai moderni laser scanner ai modelli virtuali, possono avere anche nell’ambito di interventi di recupero e ammodernamento, restauro e ricostruzione, di fabbricati di valenza storico-architettonico e di edifici monumentali; privilegiando sempre il taglio pratico e applicativo - come è nella linea editoriale della community – è stato proposto un primo approccio a quella sotto-disciplina più gergalmente nota come H-BIM, o BIM Heritage.

Esiste una definizione di H-BIM?
L'H-BIM, o Historic Building Information Modelling, è definito come l'applicazione del BIM a beni di significato storico, noti anche come patrimonio culturale (Cultural Heritage, CH). A differenza del BIM tradizionale, utilizzato principalmente per la gestione digitale di nuove costruzioni, l'H-BIM si focalizza sulla modellazione retroattiva, utilizzando dati di rilievo per creare modelli arricchiti che aiutano nella gestione, manutenzione e conservazione degli edifici storici.
Parimenti al BIM, comunque, anche l’H-BIM non si limita semplicemente alla modellazione informativa degli edifici, ma l’utilità della sua applicazione dovrebbe estendersi alla gestione integrata e multidisciplinare delle informazioni riguardanti il patrimonio culturale edificato.
Tecnicamente, anche il BIM Heritage si avvale di metodologie e tecnologie avanzate per la raccolta, la gestione e l'utilizzo di dati digitali che descrivono dettagliatamente le caratteristiche fisiche e storiche degli edifici; questo include la geometria complessa, i materiali di costruzione, le tecniche costruttive storiche, e le modifiche subite nel tempo. L'obiettivo resta quello di creare un modello digitale dettagliato e stratificato che, applicato al settore specifico, serva sia per la manutenzione che per eventuali interventi di restauro, garantendo al tempo stesso la conservazione delle caratteristiche storico-culturali dell'edificio.

Quando si parla di H-BIM? E che mercato rappresenta?

Non è facile trovare una delimitazione, e tantomeno una “quantificazione”, del settore potenzialmente impattato da questa declinazione specifica del BIM, o di quello a cui essa, in qualche modo, si rivolge.
Per approssimarne, almeno qualitativamente, i contorni, si può ipotizzare quale cornice di riferimento, almeno da un punto di vista normativo, quella delle disposizioni vigenti relative ai beni sottoposti a vincoli di tutela. Secondo il Codice dei Beni Culturali (D. Lgs. n. 42/2004); gli edifici vincolati sono quei beni per i quali è stata riconosciuta una particolare valenza culturale, storica, artistica o paesaggistica. Qualsiasi intervento su tali edifici richiede l'autorizzazione da parte della Soprintendenza competente, processo durante il quale il BIM può giocare - o è auspicabile che possa farlo - un ruolo cruciale facilitando la presentazione di progetti dettagliati che rispettano i requisiti di tutela.
Quantificare il numero esatto dei beni vincolati e sotto tutela in Italia è però ancor meno semplice; si stima comunque che sia sicuramente nell’ordine delle migliaia il numero di edifici che rientrano in questa categoria, ognuno con le sue specificità e restrizioni.
Un aiuto può arrivare dal portale del Ministero della Cultura 'Vincoli in Rete', che offre uno strumento essenziale per la consultazione e la gestione informativa dei beni culturali, facilitando l'accesso a dati cruciali per la programmazione di interventi di restauro nel rispetto delle normative vigenti; da una sua rapida consultazione si può ad esempio constatare che, complessivamente, i beni vincolati risultano essere, sul territorio nazionale, ben 80.792 (dato inclusivo di tutte le tipologie di aggregazione, per finalità dell’edificio o per proprietà).

Linee guida e pratiche internazionali
A livello internazionale, diverse linee guida e best practices possono essere adottate per l'implementazione del BIM nel recupero del patrimonio architettonico. Documenti come il BIMMS - Method Statement, pubblicato dall'Agenzia del Demanio, forniscono un framework dettagliato per la gestione informativa di edifici storici attraverso il BIM, coprendo tutto il ciclo di vita dell'edificio da progettazione, realizzazione fino alla gestione post-intervento.
Queste linee guida danno particolare enfasi alla standardizzazione dei processi di raccolta dati, alla creazione di modelli informativi e alla gestione del flusso di informazioni attraverso il ciclo di vita degli edifici; nel documento vengono altresì dettagliate le procedure per la codifica, la catalogazione e la condivisione delle informazioni, assicurando che tutte le parti interessate, dalle autorità di tutela ai tecnici sul campo, abbiano accesso a informazioni accurate e aggiornate.
Le pratiche raccomandate dal Demanio includono poi l'uso di un sistema di codifica standardizzato per i modelli BIM, che faciliti la ricerca e l'organizzazione delle informazioni. Ciò è particolarmente importante per gli edifici storici, dove ogni elemento può avere un significato culturale e storico che deve essere preservato; in esse viene rimarcata inoltre anche l'importanza di livelli di dettaglio (LOD) adattati alle esigenze specifiche del patrimonio culturale, permettendo di descrivere ogni elemento con la precisione necessaria per informare adeguatamente il processo di restauro.

Criticità e opportunità del BIM nel settore del restauro
Stando alla letteratura sia nazionale che internazionale è lecito attendersi che, anche nel settore del recupero di edifici dal particolare valore storico e monumentale, l’applicazione del BIM sia in grado di portare significative opportunità nel migliorare la precisione degli interventi di restauro, ottimizzando i costi e i tempi di realizzazione, e soprattutto mantenere un archivio digitale aggiornato che faciliti la gestione e la manutenzione continua del bene.
Allo stesso tempo, tuttavia, non si può ignorare o tacere che le specificità stesse del settore aggiungono complessità alle problematiche esistenti, quando addirittura non ne introducono di nuove, legate principalmente al fatto che, in questo campo specifico, le nuove tecnologie necessitano di indispensabili, e non banali, adattamenti per gestire le peculiarità dei materiali antichi e delle strutture storiche, spesso con geometrie non standard.

Leggi l'articolo impaginato su ICMQ Notizie n. 115

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