Infrastrutture sostenibili e sviluppo
Nel pacchetto di Primavera della Commissione europea si fa esplicito riferimento all’importanza, per quanto riguarda il nostro Paese, di puntare in modo particolare su una stretta convergenza tra la messa a punto di strategie nazionali e territoriali e lo sviluppo delle infrastrutture per raggiungere gli obiettivi del Green Deal.
È in questo contesto che si colloca il convegno promosso e organizzato dall’Associazione Italiana per la Sostenibilità delle infrastrutture (AIS) e dedicato a una riflessione sul ruolo delle infrastrutture per uno sviluppo economico e sociale sostenibile.
In una visione fortemente ancorata all’agenza ONU, l’attività di AIS sta assumendo sempre più una centralità nel mercato delle infrastrutture. Attraverso la diffusione dei suoi position paper, in particolare quelli dedicati al Cantiere Sostenibile e allo Stakeholder Engagement si assiste a un processo di accelerazione soprattutto nella fase di progettazione delle nuove opere del PNRR per garantire la creazione di infrastrutture sempre più sostenibili, sia nella fase di costruzione che in quella della gestione e quindi rispetto agli impatti economici e sociali, ma anche rispetto ai tradizionali modelli di governance.
“ Noi crediamo - sottolinea il presidente di AIS, e di ICMQ, Lorenzo Orsenigo – che siamo di fronte a una fase molto delicata, dove lo sforzo compiuto negli ultimi anni di adeguamento agli indirizzi europei che hanno portato a progettare le nuove infrastrutture secondo criteri concreti di sostenibilità, facendo riferimento a strumenti di misurazione dei risultati, implementando la digitalizzazione anche a questo fine, aumentando l’attenzione verso i vantaggi di ricorrere a materiali e a prodotti green, rischia di essere in parte compromesso se non si riuscirà a garantire una concreta continuità nella fase di cantierizzazione e di realizzazione delle opere.”
Consapevole di questo rischio, AIS, in occasione del convegno, ha presentato alcune raccomandazioni e proposte, soprattutto rivolte alle stazioni appaltanti, per evitare uno scollamento e un mancato adeguamento delle indicazioni maturate in fase di progettazione nella fase realizzativa.
Tra queste, per quanto riguarda la fase di gara e di affidamento dei lavori, la pretesa del pieno rispetto dei principi della sostenibilità e dei CAM attraverso una rigorosa applicazione di quanto previsto dagli eventuali protocolli utilizzati nella fase di progettazione e dei principi del DNSH. Egualmente si auspica l’inserimento di clausole di premialità di punteggio per chi opererà sistemi di rating di respiro internazionale, come nel caso di Envision o della PdR UNI sul cantiere sostenibile, attualmente in fase di approvazione.
Relativamente alla fase di cantierizzazione, AIS ritiene necessario fare ricorso a una direzione lavori integrata con competenze multidisciplinari o attraverso l’affiancamento di una figura dedicata alla verifica degli obiettivi di sostenibilità; dotarsi di strumenti di controllo di tipo tecnico e di monitoraggi continuativi di verifica, gestiti direttamente dalle stazioni appaltanti o da società certificate terze, indipendenti dalle imprese.
“Queste preoccupazioni e le relative proposte per scongiurare questo scollamento– continua Orsenigo – si collocano nell’ambito di uno scenario più ampio dove diventa importante guardare al ruolo dei diversi attori, a iniziare dalla finanza, puntando a approfondire aspetti rilevanti come la relazione con i territori e le comunità locali, come il ruolo centrale del progetto e allo stesso tempo la questione della crescita di una cultura economica della sostenibilità da condividere in modo particolare con le imprese di costruzioni.”