Intervista ad Angelo Ciribini
Il prof. arch. Ciribini, Dipartimento di Ingegneria Civile Ambiente Territorio Architettura e Matematica, Università degli Studi di Brescia, è tra i partecipanti al gruppo di lavoro che ha sviluppato la prassi di riferimento Uni sul sistema di gestione BIM.
La digitalizzazione delle informazioni relative all'edilizia e alle opere di ingegneria civile è un processo che nel mercato italiano delle costruzioni è appena all’inizio. Come sarà l’evoluzione nei prossimi anni?
Il processo di digitalizzazione del settore, nonostante l'introduzione di obblighi legislativi attraverso il DM 560/2017, procede con una certa lentezza, come è immaginabile, specie in assenza di una vera e propria politica industriale che agisca a stimolo e a supporto. L'impressione, inoltre, è che gli operatori ricorrano spesso a metodi e a strumenti digitali secondo logiche analogiche, generando una evidente contraddizione, come è dimostrato anche dal complesso rapporto che intercorre tra le nozioni di documento e di dato.
Affinché il processo di digitalizzazione sia efficace, quanto è importante in approccio “sistemico” cioè basato su comprensione del contesto, definizione degli obiettivi e attuazione di un piano per il loro raggiungimento?
Il contesto, culturale, organizzativo, giuridico, sociale e tecnico è fondamentale per abilitare la maturità di attori che posseggono attualmente, in gran parte, una scarsa cultura dei dati. Quello attuale, che non appartiene alla dimensione numerica e computazionale della digitalizzazione, richiede una profonda evoluzione a partire dai vertici delle organizzazioni e non si potrà risolvere solo attraversa la innovazione tecnologica.
Quanto può essere utile per la aziende (società di ingegneria, imprese di costruzione, gestori del patrimonio immobiliare ecc…) la Prassi di Riferimento che Uni ha sviluppato?
La Prassi di Riferimento, che è una pre-norma, può permettere alle organizzazioni di interiorizzare meglio le logiche proprie dei processi digitali. In definitiva, l'introduzione di un sistema integrato di gestione dei processi digitalizzati appare oggi una esigenza fondamentale come pretesto per riconfigurare gli assetti organizzativi. Per quanto riguarda le stazioni appaltanti e le amministrazioni concedenti, si tratta della occasione per esplicitare al meglio l'obbligo relativo alla redazione dell'atto organizzativo menzionato all'art. 3 del DM 560/2017.