Intervista a Giuseppe Marchese
Il Consigliere Delegato& Direttore Generale commenta la certificazione CRSS (Concrete Responsible Sourcing Scheme ) recentemente ottenuta da Calcestruzzi SpA, prima azienda a certificare i propri calcestruzzi secondo la nuova versione del protocollo del CSC (Concrete Sustainability Council).
Quali sono state le motivazioni che hanno spinto Calcestruzzi a decidere di avviare un percorso di certificazione CRSS? Pensa che l’impegno dell’azienda profuso nell’iter di certificazione sia stato ripagato da benefici?
Calcestruzzi, e più in generale il Gruppo Italcementi di cui la società fa parte, ha intrapreso da diversi anni un percorso di attenzione alla qualità e alla Governance. I primi impianti per la produzione di cemento e di calcestruzzo sono stati certificati a metà degli anni Novanta.
Nel tempo la società è cresciuta cercando di leggere in anticipo quelli che erano gli scenari e le tendenze di questo settore. Negli anni Duemila ci siamo avvicinati al tema della sostenibilità con le prime certificazioni ambientali, poi alla politica sulle materie prime “seconde”, prodotti provenienti da altri cicli di produzione che Italcementi e Calcestruzzi utilizzano nel proprio ciclo di produzione anche per mettere a punto prodotti con caratteristiche di eccellenza. Il passo ulteriore, la logica conseguenza del percorso che abbiamo intrapreso in questi anni, è stata la certificazione CRSS, ossia la declinazione della qualità e della sostenibilità in tutti i suoi aspetti.
Non è una questione di immagine: riguarda le relazioni con i clienti e con i fornitori che hanno capito, se mai ce ne fosse ancora bisogno, quali sono gli standard tecnici e tecnologici che Calcestruzzi può offrire al mercato. Quando abbiamo a che fare con cantieri importanti – come ad esempio il nuovo ponte di Genova su cui stiamo lavorando – ritengo sia fondamentale avere non solo un puntuale controllo del processo produttivo e un adeguato livello di qualità, ma anche e soprattutto la certezza che tutta la filiera sia certificata ed abbracci gli stessi standard e valori. Nell’immediato, grazie al percorso di certificazione attivato, abbiamo capito quali sono i nostri punti di forza e le nostre aree di miglioramento e abbiamo messo in atto tutte le azioni necessarie per un percorso di crescita, così come nello spirito della certificazione.
L’obiettivo di Calcestruzzi è quello di avere tutto il percorso di produzione certificato, dalle materie prime al prodotto finale, passando anche attraverso la gestione delle risorse umane, la logistica, i fornitori e i clienti. Il beneficio di “qualità” così come lo intendiamo noi, coinvolge tutta la filiera e si traduce in vantaggio, non solo per i nostri clienti e per il mercato in generale, ma per tutti.
Perché la scelta di ICMQ come ente di certificazione?
Con ICMQ, proprio per la storia ormai trentennale di attenzione al tema della qualità, abbiamo un rapporto consolidato e di fiducia. Parliamo lo stesso linguaggio e consideriamo ICMQ come un partner e non un semplice “fornitore” di servizi.
Come intendete valorizzare sul piano della comunicazione e del marketing la certificazione?
I colleghi di Italcementi e Calcestruzzi hanno appreso dell’avvenuta certificazione dell’impianto di Peschiera Borromeo (MI) dalla nostra intranet aziendale. La notizia della certificazione è stata pubblicata anche sul sito www.calcestruzzi.it. Nelle prossime settimane sarà avviata una campagna di comunicazione sui profili social di Italcementi che raggiungono ormai complessivamente circa 75.000 persone.
Quale sarà la strategia da mettere in pratica riguardo all’acquisizione della certificazione CRSS sui vostri impianti in Italia? Quanti ne certificherete e in quale lasso di tempo?
L’obiettivo di Calcestruzzi, e più in generale di Italcementi, è quello di proseguire in questo percorso. Agli inizi del 2020 otterremo la certificazione a Calusco d’Adda (BG), la prima cementeria del gruppo a ciclo completo in Italia ad ottenere questo riconoscimento. Il programma prevede poi la certificazione degli impianti di calcestruzzi dedicati alle commesse per le grandi infrastrutture, proprio con l’obiettivo di dare la massima garanzia a tutta la filiera. Al percorso di certificazione degli impianti si accompagna il lancio di Ecobuild, una gamma di calcestruzzi green per l’edilizia e le infrastrutture. In questo modo rispondiamo alle crescenti richieste del mercato con prodotti che soddisfano i criteri dell’economia circolare. Cementerie certificate che forniscono il cemento, impianti di calcestruzzo certificati che producono il calcestruzzo e prodotto green. Questa è la nostra strategia: certificare non solo i propri prodotti ma tutta la filiera di processo, dal trasporto al riutilizzo delle materie prime. Il tutto nel segno della massima trasparenza e sostenibilità per fornire al mercato prodotti standard, green e innovativi provenienti da un’intera filiera certificata e sicura.