Certificazioni BIM: a che punto siamo?
Terminata la fase di promozione della possibilità di qualificare le proprie competenze in ambito BIM, durata circa 3 anni, è ora arrivato il momento di tirare le somme.
Gli schemi di certificazioni sviluppati da ICMQ, hanno riguardato da un lato le figure professionali, secondo la ormai nota norma di riferimento Uni 11337-7, e relativa PdR Uni 78:2020 appena pubblicata, e dall’altro le imprese, la cui prassi di riferimento Uni 74/19, è stata pubblicata circa un mese fa. Ricordiamo che entrambe le certificazioni sono oggi l’unico strumento di qualifica disponibile sul mercato per dimostrare di possedere le competenze, l’organizzazione e l’esperienza per gestire correttamente una commessa in BIM.
Come si evince dalle immagini le figure professionali si dividono come segue:
Specialist 577
Coordinator 93
Manager 182
Totale 852
Interessante notare come la distribuzione del personale certificato provenga in egual misura dalla libera professione, così come da collaboratori interni alle aziende, segno che l’esigenza di qualifica provenga da entrambe le categorie interessate, che rappresentano dunque un campione rappresentativo del mercato italiano della progettazione.
La crescita dei bandi BIM
Per quanto poi riguarda la situazione relativa ai bandi BIM emessi dalle stazioni appaltanti, anche quest’anno l’Osservatorio dei dati dell’OICE ha rilevato un trend positivo. I dati del 2019 confermano la crescita, fin dal lontano 2015, anno in cui l’osservatorio ha iniziato a monitorare quello che potremmo oggi definire l’indice di innovazione della Pubblica Amministrazione in materia di appalti pubblici.
Anche se il rapporto tra gare BIM e gare tradizionali si assesta ancora intorno all’8%, c’è da considerare un aumento significativo di 3 punti percentuale (nel 2018 il rapporto era del 5% circa). Ma soprattutto risulta significativo il numero assoluto dei bandi BIM che segna un + 58,3% sull’anno 2018, anno che aveva già segnato un record con oltre 300 gare (220 in più del 2017).