Sono ben 100 numeri per 25 anni: ma quanto è cambiata la certificazione?
Venticinque anni or sono veniva pubblicato il primo numero di ICMQ Notizie. Era sicuramente una delle poche pubblicazioni che raccontavano la certificazione e sicuramente l’unico che trattasse il tema della certificazione nel settore delle costruzioni.
Ma quanto è cambiato il nostro mondo in tutto questo tempo?
La certificazione intesa come attestazione veritiera (dal latino “certum facere”, “dichiarare vero”) nasce originariamente per garantire alcune caratteristiche di un prodotto, soprattutto per quelli che potevano generare pericoli all’utilizzatore. Gli antesignani sono i prodotti elettrici a bassa tensione: basti ricordare che la “Low Voltage Directive” 73/23/EEC è addirittura del 1973! Anche le apparecchiature a gas sono tra i primi prodotti che venivano provati e certificati: la direttiva 90/396/CEE è del 1990, ma ben prima sono stati creati marchi volontari a garanzia del prodotto.
Nasceva nel 1987 in Italia anche il primo ente di accreditamento, il Sincert, e le certificazioni incominciavano ad esibire anche il marchio dell’ente di accreditamento, a garanzia della competenza, indipendenza e imparzialità dell’organismo di certificazione.
Nel 1995 stavano prendendo piede le prime certificazioni di processo. Le esperienze per la garanzia di qualità nel nucleare avevano portato alla redazione delle prime norme europee sui sistemi di gestione della qualità: le EN 29000, poi soppiantate dalla serie ISO 9001.
Quindi alla certificazione di prodotto si è affiancata la certificazione di processo. Quest’ultima poi prenderà il sopravvento in termini numerici, per molti fattori che non intendiamo analizzare in questa sede.
È invece interessante osservare come la certificazione di processo si sia poi estesa ad altre tematiche, dall’ambiente, alla sicurezza, all’etica, alla gestione dell’energia, alla sicurezza delle informazioni, fino ad arrivare ai giorni nostri, con i sistemi di gestione dell’anticorruzione, della sicurezza stradale, alla gestione dei rischi delle organizzazioni, al sistema di gestione per il Building Information Modeling. Il ventaglio si è ampliato notevolmente coprendo i più disparati aspetti delle attività e dei processi delle organizzazioni.
E per quanto riguarda il prodotto? Anche qui c’è stata un’evoluzione strabiliante. Pensate che negli anni in cui veniva pubblicato il primo numero di ICMQ Notizie, nel settore delle costruzioni si affrontavano le prime certificazioni sulle prestazioni dei masselli autobloccanti in calcestruzzo. Oggi si certificano le prestazioni energetiche di un intero edificio! Lasciamo perdere l’affidabilità delle certificazioni di legge: è colpa del legislatore che ha utilizzato mezzi e soggetti inidonei. Ma tecnicamente è possibile oggi certificare le prestazioni di un edificio con estrema precisione e affidabilità: è quello che viene fatto con la certificazione volontaria.
La nuova frontiera oggi è costituita dalle certificazioni di sostenibilità: dagli edifici alle infrastrutture, includendo requisiti sociali, economici e ambientali. Naturalmente questo comporta che anche i prodotti abbiano delle caratteristiche di sostenibilità garantite: da questa esigenza nascono le dichiarazioni ambientali di prodotto o le certificazioni di responsabilità di filiera.
Insomma, in 25 anni, come l’informatica o le telecomunicazioni, anche la certificazione ha avuto una incredibile evoluzione. La scommessa ora è leggere i trend e comprendere quali saranno le nuove esigenze, coniugando la valutazione di conformità, sempre più complessa e articolata, con le nuove tecnologie digitali.
Alla pubblicazione del numero 200 di ICMQ Notizie leggeremo la storia!