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Certificazione BIM delle aziende: a che punto siamo?

Ripercorrendo le principali tappe che hanno portato alla pubblicazione della PDR UNI 74/19, cerchiamo di fare il punto sulla diffusione della linea guida sopra citata e l’interesse dimostrato dal mercato per qualificare la propria competenza nella gestione di una commessa in BIM.

Gennaio 2017
La specifica tecnica sviluppata da ICMQ nel Gennaio del 2017, è il risultato del lavoro di un gruppo di esperti scelti in rappresentanza di tutte le parti interessate nella realizzazione di un’opera con il metodo BIM: stazioni appaltanti, progettisti, organismi di certificazione, utilizzatori finali dell’opera. Ricordiamo infatti che il gruppo, oltre a ICMQ, ha visto la presenza del Ministero delle infrastrutture, Buildingsmart Italia, CTE, ENEL, ITALFERR, RFI.

Febbraio 2018
Italferr ha certificato il proprio sistema di Gestione BIM in conformità a questa linea guida ICMQ, fornendo al mercato un primo importante segnale sull’importanza di qualifica dei processi aziendali in ambito BIM.

Marzo 2018
Ha preso avvio il gruppo di lavoro UNI per sviluppo della prassi di riferimento relativa al sistema di gestione BIM, partendo dalla linea guida di ICMQ, di cui in seguito ha riconosciuto la paternità. Il gruppo di lavoro ha perseguito l’obiettivo di condividere con gli stakeholder interessati il lavoro fatto, apportando il contributo di esperti del settore in modo da creare un documento di riferimento con requisiti oggettivi in grado di supportare le aziende nella trasformazione digitale in atto nel settore delle costruzioni.

Dicembre 2019
Pubblicazione da parte di UNI della PDR 74/19, quale documento normativo di riferimento per il mercato italiano per tutte le aziende (Committenti, Progettisti, Costruttori, Produttori e Gestori) interessati dalla filiera “digitale” delle costruzioni. Importante notare come il trend in ambito ISO sia quello di sviluppare delle norme sempre più contestualizzate al mercato di riferimento in modo da rappresentare uno strumento utile e operativo e votato al miglioramento continuo. Ci si aspetta dunque nei prossimi anni la redazione di una vera e propria norma ISO dedicata alle organizzazioni che operano in BIM.

Cosa cambia con la pubblicazione della PdR UNI?
Il nostro obiettivo era quello di favorire la diffusione del protocollo tra gli addetti ai lavori, in modo da rappresentare un vero e proprio strumento di qualifica delle organizzazioni da un lato, e di garanzia per le stazioni appaltanti dall’altro. Non essendo dunque più una specifica proprietaria di ICMQ, ma di UNI, ciò ha permesso la possibilità per la committenza, pubblica in particolar modo, di poterla indicare come elemento premiante nei bandi di Gara (si veda ad esempio il Bando Rai – Lotto 1 CIG 81810922B1).
Per questo motivo, oltre che per la necessità degli operatori di filiera di organizzare e monitorare al meglio i processi aziendali coinvolti dal metodo BIM, la certificazione in conformità alla PdR UNI 74/19 sta iniziando a diffondersi rapidamente. Ad oggi in fatti sono oltre 30 le aziende certificato o in corso di certificazione, che hanno scelto di qualificarsi secondo la PdR in questione.
Di esse l'84% svolge attività di progettazione, mentre l'8% sono costruttori e un altro 8% sono committenti.

Ma in cosa consiste effettivamente la prassi di riferimento in questione?
Ricordiamo che la “norma” in questione è sviluppata seguendo la stessa High Level Structure che ISO (ente di normazione a livello mondiale) ha definito per tutte le norme che trattano sistemi di gestione – ISO 9001, ISO 14001, ISO 45001 etc... Ciò comporta da un lato che la sua implementazione è perfettamente integrabile con le certificazioni anzidette di cui l’azienda potrebbe essere in possesso, e dall’altro che la specifica si basa su una struttura internazionalmente conosciuta e di comprovata efficacia. Essa inoltre definisce, in base alla propria attività, le “dotazioni” minime che un’organizzazione deve avere per poter gestire in modo corretto una commessa in BIM.
Il cuore del documento, tralasciando i punti relativi alla definizione di una policy aziendale, valutazione dei rischi e opportunità e definizione dei ruoli e competenze ed altri elementi tipici dei sistemi ISO, ha una parte dedicata agli aspetti prettamente legati alla gestione dei flussi informativi, sia dal punto di vista tecnologico che procedurale.
Si definiscono in particolare delle aree che verranno analizzate in fase di audit a seconda del tipo di attività e degli obiettivi fissati dall’organizzazione.
Hardware e Sicurezza: workstation adeguate agli usi, cyber security policy, archiviazione cloud, disponibilità spazio per hosting etc..
Software: model authoring, model and code checker, CDE e analisi numeriche, project management 4D e 5D, etc…
Organizzazion: organigramma aziendale, obiettivi e KPI, competenze interne, fornitori, piano di formazione etc…
Procedure: atto organizzativo - linee guida BIM, codifiche e template (CI, OGI, PGI), requisiti per prodotti e servizi - OIR (ISO 19650), verifica contenuto informativo, cantierizzazione, indicatori di performance ecc…

Le differenze rispetto alla ISO 9001
Se l’azienda è già in possesso di un certificato ISO 9001 in cui potrebbe indicare l’uso del BIM, perché la stessa dovrebbe implementare un sistema di gestione BIM secondo la specifica ICMQ?
La domanda è tutt’altro che banale e merita una risposta su tre aspetti differenti.
1. La norma ISO 9001 ha l’obiettivo di assicurare che i processi aziendali siano strutturati e monitorati per garantire la soddisfazione del cliente finale, qualunque servizio o prodotto l’azienda realizzi, non entrando nel merito del “modo” in cui questo sia svolto. La certificazione SG BIM ICMQ, pur lasciando libertà sul modus operandi, richiede all’azienda evidenze specifiche in merito a come abbia approcciato il metodo BIM, dando evidenza delle risorse, infrastrutture, know-how e processi specifici applicati su commessa. La verifica di questi elementi, ulteriori a quelli previsti in modo generico dalla ISO 9001, fornisce al mercato una garanzia in più sulla concreta capacità dell’azienda di operare con il suddetto metodo.
2. Gli audit di certificazione secondo la ISO 9001 vengono svolti da uno o più ispettori competenti nel generico settore di riferimento, come ad esempio il settore EA 34 “Servizi di ingegneria”, se si considera il caso degli studi di progettazione. Tutti gli audit di certificazione svolti da ICMQ per il sistema di Gestione BIM, sono invece effettuati da un team in cui, all’auditor esperto di sistemi di gestione, viene sempre affiancato un esperto tecnico BIM. Ciò garantisce un approccio altamente qualificato in grado di valutare con attenzione la metodologia BIM applicata in tutte le sue sfaccettature, e interloquire con gli esperti BIM aziendali “parlando lo stesso linguaggio”. Viene da sé che, in assenza di una competenza pluriennale nel BIM, un ispettore qualificato nel generico settore non avrà gli strumenti per verificare correttamente la gestione dei processi seguita dall’azienda in ambito BIM.
3. UNI, dando avvio allo sviluppo di una PDR finalizzata alla pubblicazione di uno schema di certificazione nazionale e accreditabile da Accredia, conferma l’importanza della scelta di creare uno strumento di garanzia ad hoc per disciplinare una materia, quella appunto dell’applicazione del metodo BIM da parte degli operatori di filiera, altamente specialistica e riferita a una normativa ancora in evoluzione. Ciò conferma la volontà dell’Ente normatore di dare maggiore enfasi ai contenuti dello schema di certificazione, rispetto a quanto evidentemente la norma ISO 9001 non possa garantire per la genericità delle sue prescrizioni.

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ICMQ è organismo di certificazione di terza parte accreditato da Accredia e specializzato nel settore dell’edilizia e delle costruzioni.