CO2: misurare, ridurre, compensare!
Il Consiglio dell’Unione europea del dicembre 2020 ha stabilito un nuovo obiettivo vincolante di riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 (elevando il precedente obiettivo del 40%), per mettere l'Unione Europea in linea con il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. L’impegno politico di diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 è quindi ora anche un impegno giuridico.
Un aspetto fondamentale da cui partire è la presa di coscienza delle emissioni di CO2 generate nei vari settori, e pertanto il primo passo da compiere è quello di misurare e quantificare in modo oggettivo, credibile e verificato quali siano le quantità di CO2 emesse dalle diverse attività (produzione, servizi, etc).
Esistono due standard internazionali che regolamentano questa attività di misurazione: la Uni En Iso 14067 (Carbon Footprint di Prodotto) e la Uni En Iso 14064 (Carbon Footprint di Organizzazione). Quest’ultima è a sua volta composta da 3 parti: Uni En Iso 14064 parte 1 che dettaglia i principi ed i requisiti per progettare, sviluppare, gestire e rendicontare gli inventari di GHG a livello di un'organizzazione, la parte 2 che riguarda i progetti GHG sviluppati appositamente per ridurre le emissioni di GHG o aumentarne la rimozione e la parte 3 che descrive l'effettivo processo di validazione o verifica.E’ evidente, ormai, che il cambiamento climatico rappresenti la principale sfida globale del XXI secolo, e la risposta a tale sfida richiede il coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate, incluso il settore privato.
La sfida di Enel
Una risposta concreta in tale direzione è data da Enel, consapevole dell’importanza di tale sfida.
Enel, infatti, nell’ambito della politica di miglioramento della sostenibilità della filiera, sta realizzando uno dei suoi obiettivi prioritari: lo sviluppo di un sistema di analisi e qualifica dei propri fornitori che tenga principalmente conto delle caratteristiche di sostenibilità ambientale dei processi e dei prodotti in modo da aumentare, nel medio periodo, l’eco-efficienza dell’intera supply chain. Proprio all’interno di questo modello di business uno dei progetti di Enel prevede la richiesta verso i propri fornitori di contabilizzare e certificare (tramite una certificazione di parte terza di ente accreditato) la Carbon Footprint dei loro prodotti e, aspetto ancor più stimolante, di dover dimostrare che tale emissione di CO2 sia stata ridotta di almeno il 5% entro l’anno successivo.