Intervista a Gaia Romeo, Isegno Srl
Come sta affrontando la transizione digitale la vostra azienda e quindi l’approccio al metodo BIM?
Fortunatamente l’approccio al BIM è per noi una questione non nuova, in quanto già nel 2008, lo studio di architettura, poi evoluto nell’attuale società di ingegneria di cui sono il direttore tecnico, iniziava ad affrontare i temi del BIM. Oggi più che altro si tratta di affinare nuovi workflow soprattutto nella fase di coordinamento dei progetti.
Come tutti sappiamo il BIM è principalmente comunicazione, e necessita sicuramente di un attento lavoro di affinamento sul team di commessa, responsabilizzando le risorse ad operare in base al proprio ruolo (Manager, Coordinator, Specialist). Gli aspetti su cui invece oggi ci stiamo maggiormente focalizzando sono quelli relativi alla ricerca e sviluppo di nuovi software e test degli strumenti di realtà virtuale e mixed reality in cantiere. Crediamo infatti che negli anni a venire rappresenteranno il nuovo approccio alla progettazione e gestione del cantiere.
Quali sono i motivi che vi hanno portato a certificare il vostro sistema di gestione BIM?
Il motivo principale che ci ha portato a certificare la nostra azienda è stato quello di adottare uno standard (la PdR UNI appunto) in grado di fungere da riferimento oggettivo cui orientare i processi BIM, e consentire una forma di controllo costante sull’applicazione dei processi e sulla qualità degli output finali.
Trattandosi di BIM la metodologia è molto importante e tante aziende hanno creato degli standard personalizzati mentre l'approccio più olistico sarebbe quello di tendere tutti ad un unico standard che consenta lo sviluppo di un BIM globale.
Ovviamente c’è anche una componente legata al marketing da non sottovalutare. Ad oggi, trattandosi di una certificazione volontaria, non sono in tanti ad essere in possesso di questa qualifica, il che ne conferisce sicuramente un valore distintivo maggiore, contribuendo a comunicare la volontà di mettersi in discussione e impegnarsi per garantire un servizio migliore, allineato alle best practice cui si orienta la prassi di riferimento UNI in questione.
Quale impatto avrà sulla filiera l’adozione del BIM da parte vostra?
Essendo una piccola realtà, l’operare in BIM non avrà grandi effetti sulla filiera, se non quello di comunicare che oggi tutte le aziende della filiera, interessate a diverso livello dalla progettazione BIM, piccole o grandi che siano possono e devono digitalizzare i processi interni per rispondere alle richieste del mercato e garantire un livello adeguato di competitività. L’impatto che noi possiamo immaginare è rivolto maggiormente sulla possibile crescita della nostra realtà, che ad oggi può dichiarare di avere un sistema di progettazione in BIM organizzato e controllato da un organismo di parte terza, a differenza di chi invece ha «soltanto» iniziato a lavorare in BIM. Questa nostra forma di organizzazione interna, ci ha permesso quindi di operare assieme ai principali player del nostro mercato, certamente con un ruolo più limitato. Credo che questa sia la vera opportunità del BIM per le tante piccole realtà di progettazione del nostro paese ovvero non più servizi a 360 ° ma servizi di nicchia con elevato livello di qualità, certificabile.
Quali aspettative e quali vantaggi vi attendete?
Sicuramente di essere riconosciuti dal mercato per avere una modalità di lavoro sotto controllo, fornendo la garanzia di un servizio di buon livello, mai erogato al di sotto di una certa soglia di qualità. Certamente raggiungere all’eccellenza è un’altra cosa, ci vuole tempo e tanti sacrifici, ma sicuramente il percorso di certificazione avviato, e la relativa necessità del miglioramento continuo interno, non può che contribuire al raggiungimento di standard di elevata qualità.
Come funziona il vostro sistema di gestione BIM, quali professionalità e competenze prevede?
L’impostazione del sistema di gestione poggia su due importanti pilastri: la BIM guideline allineata con la PDR 74/19, e il know how aziendale rappresentato dalle competenze delle risorse interne che formiamo in modo continuativo attraverso corsi e workshop.
Spesso infatti adottiamo tecniche di team building semplicemente riorganizzando le postazioni di lavoro e favorendo lo scambio di metodi e competenze tra colleghi per stimolare un approccio bidirezionale. Una corretta definizione del chi fa cosa, ovvero compiti, competenze e responsabilità delle varie figure, è sicuramente uno degli scopi alla base del nostro sistema di gestione aziendale. Quello delle competenze è purtroppo un tema molto delicato, in quanto strategico per la qualità e la crescita di un’azienda come la nostra, in un momento in cui le competenze scarseggiano a fronte di un sensibile incremento della domanda di mercato. Diciamo che la selezione e qualifica delle competenze interne sono per noi una delle principali priorità in questo momento.
Certamente il nostro approccio al BIM con un focus sulla gestione delle risorse umane molto strutturato è insolito per una piccola realtà di progettazione come la nostra, ed è anche frutto della mia esperienza nella consulenza per l’implementazione BIM alle aziende (anche di grandi dimensioni già dal 2014), in cui ho avuto modo di perfezionare il metodo ed arricchire il know how della nostra azienda. Inoltre, è stato di grande aiuto aver partecipato al tavolo UNI (da marzo del 2018) per la redazione della PDR 74:19, che richiama le competenze previste dalla UNI 11337-7 in tema di profili professionali coinvolti nella gestione e modellazione informativa di un progetto.
Proprio da questo nostra profonda consapevolezza dell’importanza (anche sociale) della qualifica delle competenze, è nato il nostro impegno nella divulgazione e trasferimento delle nuove competenze BIM secondo la UNI 11337-7. Infatti, nel luglio 2020 abbiamo lanciato il primo portale italiano interamente dedicato alla certificazione dei profili BIM: certificazionebim.com, tramite cui abbiamo anche condiviso la “Guida ai profili BIM”, per spiegare effettivamente di quali competenze debbano essere oggi in possesso i “nuovi” progettisti dell’era digitale.