PNRR: massima attenzione alla sostenibilità nello scenario normativo procedurale per le opere pubbliche
I mesi che hanno preceduto la pausa estiva hanno visto una fervida attività di riflessione, condivisione e revisione di alcuni provvedimenti di indirizzo sul fronte della normativa e delle procedure relativamente alle opere pubbliche fortemente orientati a valorizzare il fattore sostenibilità. In particolare il lavoro svolto dal MIMS si sta rivelando quanto mai efficace e fortemente influenzato da elementi innovativi. La propensione a caratterizzare sempre di più tutte le fasi relative alla pianificazione, progettazione e realizzazione di una infrastruttura nel segno della sostenibilità emerge da una serie di indicazioni e di elementi inseriti a livello di indirizzo, ad iniziare dalla redazione del Progetto di Fattibilità Tecnica Economica (PFTE) per le opere del PNRR, recentemente varate.
Il quadro che si va delineando risulta pienamente corrispondente sotto diversi importanti aspetti con le proposte presentate dall’Associazione italiana Infrastrutture Sostenibili nel suo Position paper su “La sostenibilità delle infrastrutture fattore determinante della Next Generetaion EU”. In particolare, vanno sottolineate due innovazioni sostanziali, fortemente proposte da AIS: l’introduzione obbligatoria della Relazione di sostenibilità e dei Capitolati informativi, che vanno disciplinati alla luce della misurazione delle prestazioni ambientali. Modalità innovative che richiamano in causa anche la stretta virtuosa correlazione tra sostenibilità e digitalizzazione nell’applicazione concreta di tecnologie e metodologie e modelli in grado di favorire qualità trasparenza in una logica di misurabilità della sostenibilità. L’introduzione della Relazione di sostenibilità dell’opera deve essere considerata non come un documento generico, bensì come uno strumento essenziale per impostare correttamente un percorso di sostenibilità, in quanto consente di creare le condizioni per misurare e valutare i risultati che di volta in volta verranno raggiunti nelle diverse fasi del processo progettuale e costruttivo di un’opera pubblica.
Nel documento del MIMS si esplicita puntualmente ciò che deve contenere la Relazione di sostenibilità di un’opera: dall’attenzione ai bisogni e agli impatti sulle comunità locali e al confronto con gli stakeholder, ai contributi per il raggiungimento dei principali obiettivi ambientali, quali la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici; la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento; la transizione all’economia circolare; la protezione delle acque e delle risorse marine; il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Un esplicito richiamo viene fatto al “ciclo di vita dell’opera”, con particolare riferimento alla definizione e alle caratteristiche dei materiali da costruzione e al ruolo non secondario della tecnologia e in particolare della sensoristica ai fini del monitoraggio dei risultati. La Relazione dovrà altresì contenere una specifica analisi della capacità di resilienza dell’opera e sugli effetti e gli impatti socio economici su comunità e territori interessati.
Le linee guida relative al PFTE si inseriscono all’interno di un processo più ampio e integrato che riguarda una varietà di provvedimenti destinati a cambiare profondamente il quadro delle regole relativamente alle infrastrutture. Siamo di fronte a un processo articolato nel quale vanno considerati anche il Decreto semplificazioni, con i relativi approfondimenti ministeriali, la discussione sul Testo unico sulle costruzioni per arrivare al Disegno di legge “Delega al Governo in materia di contratti pubblici”. In tutti questi provvedimenti emerge il ruolo fortemente innovativo del MIMS a sostegno di una accelerazione verso una sempre più ampia e qualificata cultura della sostenibilità nella gestione da parte della PA e delle stazioni appaltanti, ma anche in una logica incentivante nei confronti del mercato. Importante risulta anche il Decreto Ministeriale in materia di modellazione digitale nella gestione degli appalti di opere pubbliche, che di fatto aggiorna e rafforza quanto contenuto nel DM 560 del 2017, coordinandolo con il Decreto Semplificazione, ribadendo di fatto l’importanza della digitalizzazione nei processi di realizzazione di un’opera pubblica ed evidenziando la necessità per le stazioni appaltanti di dotarsi di competenze certificate e di sistemi gestionali adeguati. Il Decreto regolamenta poi in modo particolare i criteri di valutazione premiali nella fase di aggiudicazione dell’offerta.
Il nuovo Decreto rafforza la volontà del MIMS di favorire e promuovere una sempre maggiore diffusione di modelli digitali nella fase di progettazione di una infrastruttura, mettendo in condizioni le stazioni appaltanti di disporre di indicazioni puntuali e quanto mai utili a redigere eventuali capitolati di gara. Tutto ciò costituisce un contributo molto importante per passare da dichiarazioni di principio a sostegno della sostenibilità a una reale fattibilità.
Quel che merita, altresì, di essere sottolineato è che lo scenario che si va delineando costituisce un terreno quanto mai favorevole a valorizzare il ruolo di AIS e il suo metodo basato sul confronto a monte con tutti i soggetti coinvolti nel processo di progettazione, realizzazione e gestione di una infrastruttura. Un metodo che ha ricadute virtuose nel rapporto con le istituzioni governative e con chi è chiamato a normare e regolare il mercato, in quanto consente di poter disporre di soluzioni e proposte già ampiamente condivise.