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Resilienza e assicurazioni

Alcuni fatti avvenuti negli ultimi giorni in Val d’Aosta e Piemonte ci fanno riflettere sulla portata del cambiamento climatico in corso. A Cogne l’unica strada di collegamento con il paese è stata spazzata via dalla furia delle acque del fiume che la lambiva e almeno per un mese il paese rimarrà isolato. Quel fiume, tra l’altro, aveva un alveo curato e ben tenuto e quindi, almeno in questo caso, non si può parlare di incuria o assenza di attenzione al territorio. È semplicemente avvenuto un fenomeno meteorologico fuori dalla normale portata; un anziano abitante del paese ha detto che in settant’anni non aveva mai visto qualcosa del genere.
Ne consegue che, nella progettazione e realizzazione delle infrastrutture che necessariamente devono essere sostenibili, l’analisi di resilienza, ovvero di come esse si adattano ai cambianti climatici, è un aspetto fondamentale. Non possiamo più ragionare con i dati storici del tempo di ritorno dei fenomeni naturali ma dobbiamo prevedere nuovi scenari. In Emilia-Romagna ci sono stati in quattro mesi due eventi atmosferici che avevano un decennio come tempo di ritorno stimato!
Per le opere del Pnrr, le Linee Guida del ministero per la redazione del Progetto di Fattibilità Tecnico Economica (PFTE), dove per la prima volta nell’ordinamento italiano compare la Relazione di Sostenibilità come parte del progetto, prevedono espressamente “l’analisi di resilienza , ovvero la capacità dell’infrastruttura di resistere ed adattarsi con relativa tempestività alle mutevoli condizioni che si possono verificare sia a breve che a lungo termine a causa dei cambiamenti climatici, economici e sociali. Dovranno essere considerati preventivamente tutti i possibili rischi con la probabilità con cui possono manifestarsi, includendo non solo quelli ambientali e climatici ma anche quelli sociali ed economici, permettendo così di adottare la soluzione meno vulnerabile per garantire un aumento della vita utile e un maggior soddisfacimento delle future esigenze delle comunità coinvolte”. Un testo semplice, chiaro ed efficace. E allora perché, quando è stato redatto il nuovo Codice Appalti e si è trasposto dal PFTE il paragrafo sulla Relazione di Sostenibilità dell’opera, è stato omesso quanto sopra riportato? Semplice dimenticanza o disattenzione? Poiché il Ministro delle Infrastrutture ha appena annunciato una revisione del Codice per migliorarne alcuni aspetti dopo il suo primo utilizzo, riteniamo che questa sia l’occasione giusta per far rientrare l’analisi di resilienza come un aspetto prioritario nella progettazione delle nuove infrastrutture.
Poiché i danni causati da questi fenomeni sono ingenti e incidono notevolmente sulle casse dello Stato, è sempre di questi giorni la proposta di affidarsi alle assicurazioni per la copertura economica del loro ripristino. L’idea, a nostro avviso, è ragionevole, ma soltanto per nuove infrastrutture progettate con i più avanzati criteri di sostenibilità, ricorrendo a protocolli internazionali e riconosciuti come ad esempio Envision, con una certificazione di terza parte che ne garantisca il livello raggiunto. Più complesso risulta questa soluzione se applicata ad infrastrutture esistenti, poiché le assicurazioni operano in base al fattore di rischio e di conseguenza se esso è elevato chiedono premi molto alti e quindi eccessivamente onerosi per lo Stato. In alcuni casi, inoltre, si potrebbe verificare addirittura la mancata convenienza ad assicurare l’opera.
L’auspicio pertanto è che per le opere infrastrutturali che si progetteranno e si realizzeranno da oggi in poi, si parta con il piede giusto!

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