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Che cosa significa "responsabilità amministrativa d’impresa"?

Il D.Lgs. 231/2001 introduce il concetto della responsabilità amministrativa d´impresa: se le persone che lavorano per l´azienda commettono uno dei "reati presupposto" elencati nel decreto, l´azienda ne risponde con sanzioni estremamente gravose, da una multa che può arrivare fino a 6 milioni di euro alla revoca delle autorizzazioni in essere. è possibile mettersi al riparo da queste sanzioni attuando un "modello organizzativo" secondo le linee guida indicate dal decreto e il cui punto cardine è l´organismo di vigilanza che deve sorvegliare sull´applicazione del modello.

Quali sono i tipi di reato indicati nel decreto?

L’elenco dei "reati presupposto" è stato allargato nel corso degli anni: nel 2007 è stato introdotto "omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro" e nel 2011 sono stati introdotti i reati di tipo "ambientale". Per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, si ricorda che per lesione grave s’intende qualsiasi infortunio con prognosi superiore ai 40 giorni. Per quanto riguarda l’ambiente, i reati possono verificarsi in caso di: scarico di acque reflue industriali senza autorizzazione o con autorizzazione revocata o sospesa, svolgimento di attività connesse con la gestione rifiuti in assenza delle autorizzazioni prescritte, o ancora inquinamento del suolo o superamento dei limiti di concentrazione previsti dall’autorizzazione alle emissioni in atmosfera.

Come è possibile verificare il "modello organizzativo 231"?

Per chi attua il "modello 231" è fondamentale avere la certezza che la procedura sia eseguita correttamente. Dotandosi di una serie di regole volte a prevenire i reati e di un "organo di vigilanza" deputato a verificarne l’applicazione, è possibile evitare le sanzioni amministrative (resta invariata la responsabilità penale delle singole persone coinvolte). A questo scopo l’organizzazione può rivolgersi a un organismo di certificazione di terza parte indipendente per ottenere: audit mirati alla verifica dello stato di applicazione del sistema, cioè interventi "a spot" che forniscono una fotografia dello stato di applicazione del modello organizzativo; certificazione del modello, cioè una certificazione vera e propria, con verifica iniziale e sorveglianze periodiche, che consente un controllo sistematico sullo stato di applicazione del modello. In questo modo l’organismo di vigilanza può dimostrare di avere svolto il proprio ruolo con la diligenza necessaria.

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